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Assunta (giovedì 17 febbraio 2011) Categoria: Altro
Quando gli adulti sono bugiardi
22:38 del 17-02-2011
Cari amici, vi voglio raccontare un pezzetto di vita antica, ormai passata e lontana nel tempo.
Raccontino tratto dal mio blog.
Da bambina la mia unica vacanza in una colonia estiva, non è stata un'esperienza che ricordo volentieri. Con un pullman arrivammo a Rometta, un paese sulle colline di Messina, ospiti per tutto il mese dalle suore. Eravamo divise in gruppi e per ogni
gruppo c'era una "signorina". Passavamo le giornate fra canti, giochi e lunghe passeggiate per le vie cittadine, in rigorosa fila indiana. La domenica venivano a trovarci i genitori e appunto in una di queste visite, ad una mia compagna di stanza portarono dei dolcetti che lei ripose all'interno del suo comodino. Al ritorno dalla solita passeggiata, andai verso la porta della camerata ma la trovai chiusa a chiave.Spinta dalla curiosità di bambina, guardai attraverso il buco della serratura, vedevo perfettamente il letto della mia compagna, dov'era seduta comodamente la nostra signorina, una zitella non tanto giovane e anche rotondetta che aveva sulle gambe la scatola dei dolciumi non suoi e se li gustava beata. Sorridendo mi allontanai e tornai a giocare. Nel pomeriggio, quando la mia compagna aprì il suo comodino, scoppiò a piangere, dicendo che le avevano rubato gran parte dei dolci. La suora ci fece mettere tutte in fila e incominciò a inveire contro noi bambine, dicendo che rubare è peccato e voleva sapere chi fosse stato. Io continuavo a cantilenare come una stupida, io lo sòo, io lo sòo, al che la superiora mi prese per un braccio e strattonandomi in malo modo, mi intimò di parlare. Con grande soddisfazione di bambina ingenua dissi: è stata la signorina della mia camerata, l'ho vista con i miei occhi. Dal momento che mi hanno insegnato a dir sempre la verità, la mia mi sembrò una grande prodezza, ma mi ricredetti subito, perchè mi arrivò un sonoro ceffone dalla suora, con quelle sue mani grosse e callose, mi fece vedere le stelle di giorno. Raccontò poi l'accaduto alla signorina in questione, la quale arrivò dandomi della bugiarda davanti a tutti e mi mollò un altro bel ceffone. Per essere stata sincera, andai a letto in castigo e con la faccia gonfia. Inutile dire che il resto del soggiorno fu per me un inferno, mi trattarono male perchè nessuno credette alle mie parole. Il colmo fu quando alla chiusura della colonia di ritorno a Messina, mi si avvicinò la signorina golosona e mi disse: per questa volta ti perdono. Capito? Lei perdonava me! Bonta sua!!!!!
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Francesco (venerdì 18 febbraio 2011)
Purtroppo ai nostri tempi di bambini i ceffoni e le angherie erano i metodi usati dalle suore, preti ed insegnanti dell'epoca e facevano molto abuso della loro autorità specie nei confronti dei bambini ed era considerato normale.
Malgrado anche adesso alcuni insegnanti prevaricano nei confronti dei bimbi, finchè non vengono scoperti.
Hai più rivisto quella tua compagna e quella signorina golosetta? Almeno adesso potevi rivalerti con una bella (scusa la parola) "sputtanata".
Ciao Assunta.
mafalda (venerdì 18 febbraio 2011)
Nel 2011,un ragazzo non avrebbe sopportato tali angherie . Tu avresti avuto piena ragione di denunciare e farti valere ,ma erano altri tempi...... invece senti come sono cambiate le cose oggi .
E' notizia di questi giorni che una professoressa a Palermo è stata denunciata per aver fatto scrivere 100 volte "sono un deficiente " ad un suo alunno . Appena letta la notizia , sono scattata pensando ad un abuso di potere esercitato dall' insegnante .Andando avanti nella lettura , mi sono ricreduta perche' aveva inflitto la punizione al suo alunno per un atto di bullismo, infatti insieme a due coetanei, aveva impedito a un compagno di classe di entrare nel gabinetto dei maschi dicendogli "non ti facciamo passare perché tu sei una femminuccia, un gay". Il piccolo era scoppiato in lacrime e la proff. aveva deciso di punire i responsabili, ma i genitori l’hanno denunciata. "Una lezione di vita" per la professoressa , che non voleva passasse un messaggio omofobo e discriminante , ma i giudici hanno ritenuto offensivo per
la dignità del "bullo " costringerlo ad autodefinirsi deficiente .Da parte mia va all'insegnate il
sostegno per la condanna ingiusta , e il plauso per aver difeso un soggetto debole , dato che questi episodi di bullismo , spesso portano coloro che li subiscono a gesti estremi .




Francesco (venerdì 18 febbraio 2011)
In questo caso hai perfettamente ragione Mafalda. I genitori di quel bullo avrebbero dovuto riflettere prima di denunciare l'insegnante: avrebbero dovuto prima discuterne con Lei per capire le motivazioni della sua punizione e nel caso prendere dei provvedimenti verso il loro figlio. Ma sovente si dice e non a torto: "Tale padre, tale figlio".
Volevo vedere cosa avrebbe fatto quel tipo di giudice (se conosce veramente il senso di giustizia...) se i genitori del piccolo che aveva ricevuto l'offesa avessero denunciato il bullo.
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